Da due anni a questa parte, siamo tutti maggiormente sensibili riguardo le malattie infettive e virus di sorta, in quanto il ricordo delle problematiche dettate dalla pandemia Covid sono ancora un ricordo estremamente vivido. Anche se strutturalmente abbiamo compreso a partire dal 19° secolo in avanti come “funzionano” le infezioni, è praticamente impossibile contrastare sul nascere in modo totale le malattie, vecchie o nuove che siano. E anche se molte di quelle già conosciute tendono a “ricomparire” sotto altre forme evolute, sono proprio le varianti a “spavntare”. La febbre dengue è un esempio, e da qualche giorno risulta essere diffusa in diversi casi in Italia.
Febbre dengue in Italia, registrati i primi casi: cause, sintomi e cure
Si tratta di un forma di febbre la cui natura e tempistiche varie sono conosciute da oltre 200 anni. La febbre dengue è “nativa” dei climi tropicali o subtropicali, ma da qualche tempo si è rinforzata ed adattata al punto che in Italia sono stati registrati i primi casi, dapprima a Lucca, e successivamente in provincia di Rimini.
La febbre dengue viene trasmessa attraverso le punture di zanzare, che hanno a loro volta punto una persona o un animale infetti, ed anche se gli esseri umani sono gli ospiti principali, non c’è possibilità di trasmissione tra due persone, quanto esclusivamente attraverso la puntura della zanzara Aedes aegypti.
Il virus resta in circolo per qualche giorno e può provocare diversi sintomi, come cefalea, dolori alle ossa ed alle articolazioni ma anche nausea e vomito.
Nei casi può gravi può manifestarsi sotto forma di febbre emorragica o vere e proprie convulsioni, mentre la percentuale di decesso è comunque bassa in percentuale.
Non esiste un trattamento vero e proprio, in quanto i sintomi tendono a scomparire naturalmente in 1 o settimane. Anche se ci avventuriamo nell’autunno pieno, è sempre meglio stare attenti alle punture di insetti.