Storie

Chi ha inventato e come si sono diffuse le carte da gioco?

Quando ci si ritrova insieme ad amici e parenti e non si sa come passare il tempo, spesso una partita a carte si rivela essere l’ideale per divertirsi tutti insieme. Basta un semplice mazzo francese o italiano per iniziare una partita ad una miriade di giochi ampiamente conosciuti. Non c’è bisogno di ricercare in lungo e in largo come si gioca a Cicera bigia o imparare le regole della Briscola a chiamata. Di solito i giochi più gettonati vengono individuati infatti nella Scopa, nel Sette e Mezzo o nel Burraco, che in fin dei conti sono anche tra i più semplici. In treno, sotto all’ombrellone o sulle tavole imbandite a Natale, ovunque si può giocare comodamente, senza doversi dotare di una strumentazione specifica. In pochi, però, sanno effettivamente come sono nati questi giochi, e soprattutto a chi si deve l’invenzione delle stesse carte da gioco.

Nemmeno gli studiosi riescono a raccapezzarsi con precisione in merito. Anche se le più diffuse sono le carte francesi, non sono comunque queste le prime carte da gioco che hanno visto la luce, in quanto risalenti al XV secolo. Già intorno all’anno 1.000, infatti, i cinesi erano soliti dilettarsi con delle attività ludiche basate sull’utilizzo di tessere rettangolari, che si caratterizzavano per la presenza di semi diversi. Un documento appartenente alla dinastia Tang descriverebbe come la principessa Tongchang fosse solita giocare a carte nel XIX secolo.

Da sempre le carte sono state intese come oggetti di dimensioni minute, che potessero essere trasportate agevolmente. A favorirne la diffusione sarebbero stati in primis i marinai, che le utilizzavano per ingannare il tempo durante le più lunghe tratte. Venendo a contatto con più popolazioni, furono proprio loro a far conoscere indirettamente alcuni giochi in diversi continenti. Su tutti, il Poker, che non a caso ha visto le proprie regole essere rimaneggiate in più occasioni.

Il mazzo di carte più antico di cui si ha avuto traccia in Europa risalirebbe al periodo compreso tra il 1390 e il 1410 e oggi è conservato in Spagna. Alcuni gruppi religiosi, tuttavia, hanno rallentato la diffusione dei giochi di carte in quanto considerati quasi peccaminosi, considerando che in molti giocavano con il solo scopo di vincere soldi e arricchirsi. Oggi il mazzo di carte per eccellenza è chiaramente quello francese, che sarebbe stato utilizzato persino dai soldati dei vari eserciti del Vecchio Continente, tra una battaglia e l’altra. I semi delle carte francesi corrispondono a cuori, quadri, picche e fiori, mentre quelli delle carte regionali sono rappresentati da denari, coppe, bastoni e spade.

Meno conosciuti e molto differenti sono invece le carte che si trovano in Germania, dove i semi sono i campanelli, le foglie, le ghiande e i cuori. In Giappone i semi sono addirittura 5, perché alle spade, alle coppe, ai denari e ai bastoni si aggiungono i vortici. Oggi esistono decine e decine di mazzi diversi in tutto il mondo. Solo in Italia si possono contare numerose varianti regionali tra carte napoletane, bresciane, lombarde, siciliane, sarde o trevisane. In alcune località il mazzo di carte caratteristico diventa quasi un elemento folkloristico, utile per celebrare la storia di un luogo. Ad esempio, sul 3 di denari delle carte siciliane si può notare a volte il simbolo della trinacria.

Albina Wolf