L’invenzione dei vaccini, concepita diversi secoli fa e ovviamente messa a punto a partire dalla fine dell’Ottocento grazie alla replicazione controllata, ha permesso di sconfiggere numerose malattie e soprattutto durante la pandemia recente di Covid è stato un concetto divisivo come pochi, sia dal punto di vista medico ma anche concettuale, però il vaccino inteso in senso generale resta un’invenzione non solo importante ma che deve muoversi in metodi migliorativi via via come ogni caso. Dal Giappone arriva una nuova scoperta, iniziata nello sviluppo da diversi anni di una nuova generazione di vaccini che si auto amplificano.
Questa forma di scoperta, sopraggiunta dopo anni di studio, è concepita per rendere il singolo vaccino molto più operativo rispetto al passato anche recente.
Si tratta di una scoperta che è estremamente importante anche per il prossimo futuro: ecco come funzionano questi nuovi vaccini.
Vaccini che si auto amplificano, ecco la svolta: come funzionano
Come evidenziato dalla rivista Nature, dopo una lunga serie di esperimenti e test condotti in altri paesi orientali, è improntata su un nuovo meccanismo che permette dalla molecola del vaccino di amplificarsi nell’organismo dove viene immesso, essendo “parente”, questo sistema del Rna messaggero, quelli impigati nel funzionamento anche durante l’emergenza pandemica, che si sono rivelati efficaci.
I vaccini che si auto amplificano sono stati definiti ‘sa-mRna’, dal termine inglese ‘self-amplifying mRna’. Nonostante il funzionamento simile a quelli Rna “standard” quest’ultimo è molto diverso e permetterà nel prossimo futuro (la sperimentazione è iniziata da diversi anni proseguirà ancora) di utilizzare dosi minori quindi economizzando sui costi singoli oltre a puntare su effetti collaterali meno spiccati e quindi una diffusione maggiore.
Questo funzionamento può applicarsi a diversi di vaccino contro malattie diverse, da quelle legate ad infezioni fino a tumori o simili. I vaccini tradizionale di questo tipo sfruttano le strutture che si trovano nelle cellule e di fatto queste poi sono pronte a comunicare la “modifica” agli anticorpi.
Con i nuovi vaccini, questa forma di passaggio di “mano” non è necessaria in quanto il vaccino stesso è in grado di replicarsi, nella sua efficacia, ed influenzando meno, almeno in teoria, la capacità di reazione dell’organismo.