33 anni dopo l’ultima volta, il Napoli ha conquistato il terzo scudetto della sua storia: impossibile negare come gran parte dei meriti vada a Luciano Spalletti. Il tecnico di Certaldo ha guidato i partenopei verso un trionfo inatteso, anche per qualsiasi intenditore di statistiche legate alle scommesse sul calcio. È innegabile come, oltre la bravura della dirigenza, questo scudetto abbia la firma indelebile di Spalletti.
Per gran parte della stagione il Napoli ha giocato un campionato a parte. Nessun altro undici è riuscito a mettere in difficoltà gli azzurri nella loro cavalcata. Tra i pregi di Spalletti c’è l’aver valorizzato molti componenti della rosa che ancora non avevano dimostrato tutte le loro qualità. Proprio la stagione dei Campioni d’Italia è stata argomento principe della chiacchierata tra Fulvio Collovati e l’ex telecronista Bruno Pizzul. Di seguito alcuni passaggi con il commento di Pizzul su betwayinsder.
Non c’è dubbio: lo scudetto è stato una ciliegina sulla torta nella carriera dell’allenatore toscano. Per Spalletti, infatti, è il primo tricolore dopo le stagioni ad alti livelli sulle panchine di Roma e Inter. A un trentennio dalla sua prima apparizione in Serie A sta raccogliendo i frutti di studio, esperienza e lavoro sul campo.
Impossibile dimenticare gli anni in giallorosso: sotto la sua guida, la Roma si rese una valida candidata alla vittoria del titolo, soltanto sfiorato nel 2008. Anni dopo, messi in bacheca i successi in Russia con lo Zenit San Pietroburgo, è tornato ad allenare in Italia, riportando l’Inter in Champions League dopo anni di vuoto.
Spalletti arriva a Napoli nel 2021: fin dalla prima stagione all’ombra del Vesuvio i suoi sforzi sono sotto gli occhi di tutti. La squadra torna in Champions League dopo due anni di digiuno. Poi arriva il momento della consacrazione. Dopo un mercato sapiente e mirato, il tecnico toscano riesce a dare un’impronta ben precisa ai suoi. Il gioco divertente e arrembante del Napoli in questa stagione ha attirato l’attenzione di tutta Europa.
Partita dopo partita, il Napoli ha imposto la sua superiorità. Non si limita a vincere, ma vince e stra-convince. Gli azzurri dispongono di un undici fisico, atletico e molto dinamico. Durante l’annata, l’ex Roma diventa l’allenatore con il maggior numero di vittorie in Serie A. Poi il più anziano di sempre a vincere il massimo campionato, provocando l’apoteosi di tutti i sostenitori del Napoli.
Nel sottolineare i pregi di Spalletti, l’ex prima voce Rai ricorda anche l’operato del direttore Giuntoli, che “ha fatto cose incredibili”. L’apporto del mister, tuttavia, è innegabile: “Ha saputo calibrare bene la squadra, giocatori che erano già lì che non avevano dimostrato un talento così sopraffino. Invece, quest’anno, hanno avuto subito un rendimento eccezionale”.
Uno degli esempi più emblematici è quello di Lobotka: “Sembrava un giocatore da metà classifica. È diventato un play fondamentale”. Neppure gli infortuni hanno frenato i partenopei: “Nonostante si sia trovato un po’ imbrigliato ha avuto la possibilità, durante la stagione, di pescare quasi a botta sicura tra i non titolari”.
Il tecnico di Certaldo, insomma, merita il giusto tributo, tanto da scomodare paragoni illustri: “Nel Napoli di Maradona era lui che rappresentava la squadra, adesso c’è l’intero complesso che viene valorizzato. Stabilito che Maradona resta Maradona, questo Napoli ci ha regalato degli scampoli di calcio eccezionale”.