Nessun alimento può, purtroppo, ridurre a 0 il rischio di contrarre qualche forma di malattia , anche quelle gravi come può essere un tumore, ma è oramai stato “sdoganato” il concetto che vede senza mezzi termini, la correlazione tra una dieta sana ed equilibrata ed un buono stato di salute. Tra le forme di tumore più diffuse spicca quello al colon, e anche questo può essere “limitato” nella diffusione con una dieta particolare.
Tumore al colon: ecco cosa mangiare per evitarlo
L’abitudine di aggiungere i vantaggi di una dieta mediterranea ricca di frutta, verdura e grassi sani (come l’olio d’oliva) può ridurre il rischio di molti tumori comuni, compreso il cancro al seno. Al contrario, l’assunzione giornaliera di carne lavorata aumenterà il rischio di cancro del colon-retto. Insomma, mangiare bene, diversificato e sano ha un effetto positivo sull’energia fisica e mentale, sull’umore e sul sistema immunitario dei malati di cancro.
Nessun alimento, da solo, può ridurre il rischio di ammalarsi di tumore, anche se alcuni alimenti specifici, come le carni rosse e l’alcol, se consumati in grande quantità, possono accrescere il rischio individuale per alcuni tipi di cancro.
Studiare gli alimenti è complicato perché contengono molte sostanze diverse e l’effetto è dato dalla loro somma.
Gli integratori alimentari di singole sostanze attive non mostrano gli stessi effetti sull’organismo degli alimenti completi.
Gli studi di nutrizione si basano soprattutto su osservazioni epidemiologiche che individuano correlazioni tra il consumo di gruppi di alimenti e la frequenza di tumori nella popolazione studiata. Tuttavia, per confermare tali correlazioni, è necessario che il possibile nesso causale tra alimenti e malattie sia confermato con ulteriori dati sperimentali.
Quasi tutto ciò che consumiamo è stato studiato in relazione al cancro, ma non sempre con studi rigorosi e spesso con risultati discordanti.
Chi vuole prevenire la malattia deve affidarsi, più che a un particolare alimento, a una dieta sana, varia e moderata. Ma deve anche tener conto di altri comportamenti che hanno un impatto sulla malattia, come l’attività fisica, il consumo di alcol e soprattutto il fumo.