La glicemia alta viene associata inevitabilmente al diabete, anche se livelli alti di glucosio possono essere causati anche da altri fattori. Questa tendenza è in aumento in tutto il mondo, è anche una delle più diagnosticate e seguite dal punto di vista medico, anche se non esiste una “cura” vera e propria.
Nella maggior parte dei casi la glicemia alta, nota anche come iperglicemia, è frutto di una condizione genetica ma viene anche fortemente influenzata dal tipo di dieta, dalla scarsa attività fisica e da un’eccessiva tendenza alla sedentarietà. Risulta causata, nella stragrande maggioranza dei casi, da un’azione non efficace dell’insulina, l’ormone che ha il compito, in un organismo sano, di tenere a bada i livelli di zucchero nel sangue. L’acqua che ruolo può avere nella “lotta” contro la glicemia alta?
Cosa succede a chi beve l’acqua invece della birra per abbassare la glicemia? Pazzesco
L’alimentazione ha un ruolo molto importante per limitare gli effetti di questa tendenza, che possono essere vari (ma in molti casi non presenta sintomi realmente evidenti risultando asintomatica), come stanchezza, perdita di peso in maniera apparentemente inspiegabile, mal di testa o mal di testa, continua necessità di bere e di urinare ma questi possono portare anche a conseguenze più serie, ad esempio inerenti all’apparato cardiocircolatorio.
Un elemento indispensabile come l’acqua svolge un ruolo altrettanto fondamentale per tenere a bada i livelli di zuccheri del sangue, in primis perchè contribuisce ad accellerare il metabolismo ma anche perchè contiene degli elementi naturali utili per controllare gli effetti della glicemia alta.
Una costante idratazione, (almeno 2 litri d’acqua al giorno) permette all’organismo di reagire in maniera adeguata ad eventuali picchi glicemici, sopratutto se si segue una dieta equilibrata ricca di frutta, verdure e legumi. In particolare l’acqua magnesiaca, ossia la varietà che contiene una quantità di magnesio superiore ai 50 milligrammi per litro. un sufficiente apporto di magnesio infatti, secondo studi recenti, sembra contrastare l’insulino-resistenza, stimolando il “lavoro” di quest’ultima