La dieta aglutinata o senza glutine rimane ancora oggi l’unico valido strumento terapeutico nei pazienti affetti da celiachia.
Negli ultimi anni la caratterizzazione immunogenica del glutine , l’identificazione di sindromi intestinali caratterizzate da un aumentata sensibilità al glutine e la comparsa di nuove mode dietetiche, hanno determinato un incremento esponenziale del numero di persone non celiache sottoposte a diete prive di glutine.
In questo scenario, anche numerosi atleti hanno sperimentato sulla propria pelle gli effetti di una dieta priva di glutine, descrivendo generali miglioramenti.
La letteratura, invece, è ancora al lavoro sulla caratterizzazione scientifica dei possibili risultati ottenibili attraverso una dieta gluten-free.
contaminazione dei prodotti naturalmente privi di glutine.
Per poter avere dei prodotti idonei al consumo dei celiaci è necessario che le aziende produttrici applichino un corretto piano di controllo delle materie prime e del prodotto finito; inoltre occorre monitorare costantemente il processo produttivo, gli ambienti di lavoro, le attrezzature, gli impianti e formare adeguatamente gli operatori.
Tutto questo diventa ancora più importante se si considera che possono verificarsi, durante le produzioni, pericolosi fenomeni di contaminazione crociata o ambientale da glutine. Così, estremizzando, può accadere (soprattutto per alcune categorie di prodotti come gli sfarinati) che da un ingrediente naturalmente privo di glutine si ottenga un prodotto finito (amidi, farine, fecole, ecc.) contaminato. Se, ad esempio, nel medesimo molino viene lavorato anche del frumento o un altro cereale proibito, sussiste un forte rischio di contaminazione dei prodotti finiti, per presenza di glutine negli ambienti di lavoro e nei sistemi di trasporto utilizzati.
Per questo motivo alcune categorie di prodotti, anche se preparati o derivati con ingredienti naturalmente privi di glutine, sono considerate «a rischio».